domenica 30 ottobre 2016


“Eppure, in quella svergognata e puntigliosa ragazzina 
una bellezza risplendeva 
ch’egli non riusciva a definire 
per cui era diversa da tutte le altre ragazze come lei, 
pronte a rispondere al telefono. 
Le altre, al paragone, erano morte. 
In lei, Laide, 
viveva meravigliosamente la città, 
dura, decisa, presuntuosa, sfacciata, orgogliosa, insolente. 
Nella degradazione degli animi e delle cose, 
fra suoni e luci equivoci, 
all’ombra tetra dei condomini, 
fra le muraglie di cemento e di gesso, 
nella frenetica desolazione, 
una specie di fiore”.

(“Un amore”, Dino Buzzati)

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